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| Whee non poteva essere colpita da nulla poichè impalpabile come gli altri sacerdoti, discendenti della sua stessa razza. Sembrava un corpo privo di anima che continuava a muoversi come una marionetta. La sua voce prima sdoppiata poi mutata del tutto pareva uscire magicamente senza dover far muovere le labbra e il suo corpo venne posseduto dalla dea Phoenix in persona. Phoenix: Il tempio sharmano non crollerà, mia dolce fanciulla. Non importa quante volte lo distruggerete. I miei figli e i figli dei miei figli lo andranno a ricomporre. Esso è qui fin dai tempi dell'Eden, prima ancora che voi esseri umani nasceste, quando questo continente apparteneva ancora alle magiche fenici, come me. Esso non è costituito solo da mattoni, che possono sgretolarsi, cadere o essere erosi, ma da molto più di quel che tutti voi potreste immaginare. Nemmeno uno sharmano ha la minima idea di che cosa riesca a ricostruire il tempio ogni volta che viene distrutto. Si avvicinò alle croci e alle lapidi che sbucavano in mezzo alla neve, mentre i suoi passi non lasciavano alcuna impronta in essa. Phoenix: tutti questi esseri, animali, piante, uomini, gocce d'acqua, energia... Tutto ciò costituisce il mio tempio. Ma ciò che più lo tiene unito ed in piedi sono le sue fondamenta che non sono affatto di materiale tangibile: è l'amore. Appoggiò una mano su di una croce dove appariva il nome di una sacerdotessa. Phoenix: Distruggete il tempio, controllate voi stessi sotto terra. Non troverete le fondamenta dell'edificio poichè come vi ho appena spiegato non ci sono mai state. Esso non sarebbe potuto restare in piedi fin dall'inizio, invece è in piedi da sempre. L'ho visto essere distrutto più di cinquemila volte, e altrettante volte si è ricostruito tramite l'amore che unisce i miei figli e tutto cioè che ci circonda. Camminò verso gli altri due oltrepassando i rovi, era una semplice aura luminosa.
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